Parapsicologia della vita quotidiana

di Stefano Ventura

Prima del post, come ormai d’abitudine, ecco a voi un “single question test”, che non è un test per uomini e donne sprovvisti al momento di un/a compagno/a, quanto piuttosto uno spericolato quesito composto da una sola domanda. Con ovviamente nessuna pretesa di validità.

Stai assistendo allo spettacolo di un famoso prestigiatore, durante il quale rimani stupito di fronte ad un eccezionale un trucco di magia. Tu

A)     Ti chiedi come riesca a farlo, e pensi che saperlo aumenterebbe molto il piacere dello spettacolo Leggi profilo A!  (e poi torna per leggere il resto 😉 )

B)     Non ti chiedi affatto come ci riesca, e se qualcuno te lo spiegasse, proveresti delusione e sei sicuro che non ti divertiresti come prima Leggi profilo B!  (e poi torna per leggere il resto 😉 )

Come molti di voi ho dei “cari” ricordi di infanzia indissolubilmente (o traumaticamente) legati a film come Poltergeist o L’esorcista. Ho sognato leggendo in adolescenza libri come “Il mattino dei maghi”, fitti di para-scienza soterico- magica: Terzo Reich esoterico, antiche e scomparse civiltà, alchimia e poteri paranormali. Infanzia e adolescenza sono naturalmente inclini a confondere il reale e il fantastico: impariamo a essere adulti giocando a “fare finta” e lo facciamo molto seriamente… Ricordo che tutto questo complesso intruglio di fattori convergeva in personalissimi rituali anti sfiga, soprattutto prima dei compiti in classe, a base di mutande preferite, o libri portati dietro come feticci, lettura compulsiva di oroscopi e interpretazioni di oscuri presagi: oggi ho preso l’autobus e ho trovato un posto a sedere! E’ un segno…

Per alcuni è “solo una fase” – come l’omosessualità secondo alcuni omofobi.

Più spesso purtroppo la superstizione è uno stato permanente: una generale, fumosa, indistinta, personale e, diciamocelo, un po’ delirante credenza che “qualcosa di oltre” ci sia, “lì da qualche parte” a influenzare se non addirittura a determinare  il corso delle nostre azioni. Così molti di noi si costruiscono le loro personali credenze postmoderne – un termine serio che suona meglio di “patchwork” o “un po’ come ci pare”. Ho l’impressione che, con la crescente secolarizzazione, questo complicato intrigo di opinioni, filosofie, credulità e superstizione stia sostituendo il posto ingombrante che le religioni occupavano nelle nostre vite. L’importante è “sentire” che è giusto. Perché, ricordatevi, “qualcosa deve pur esserci”. Non importa se combattiamo il glutammato o gli oscuri invasori Rettiliani – il dogma di base sembra essere: tutto è vero se sento che lo è…

Ma come diceva un adagio: niente di nuovo sotto il sole, e anche i nostri avi non erano poi così diversi da noi. Nel 1882, infatti, questa generica richiesta di “oltre” divenne oggetto di una disciplina nota come parapsicologia. Venne fondata a Londra la Society for Psychical Research (SPR):  questo club di ottocenteschi volenterosi si assunse il compito di catalogare i fenomeni “singolari” e cercò prove evidenti che le storie folkloristiche di allora contenessero un nucleo di verità. Nel 1885 se ne fondò uno analogo, la American Society for Psychical Research (ASPR) fortemente sponsorizzata niente meno che da William James, un vero gigante della psicologia.

Ma fu solo nel 1911 con Joseph B. Rhine e Karl Zener, l’inventore delle famose carte Zener, che si iniziò ad usare la statistica (e rilevazioni affini) per provare l’esistenza di  telecinesi, percezione extrasensoriale, telepatia, vita dopo la morte, apparizioni ectoplasmatiche, aura (il famoso e falso effetto Kirlian). Tutto l’esoterico bestiario delle tradizioni popolari venne tradotto in “scientifichese” e sottoposto a tentativi di verifica. Tutti falliti. Sempre. Dopo un secolo di “ricerche”, quello che è accaduto è la quasi completa scomparsa di ogni laboratorio pubblico di parapsicologia. Potremmo simbolicamente fissare la data di chiusura di questo programma di ricerche nel 2007 con la chiusura del Princeton Engineering Anomalies Research Laboratory. La pratica della parapsicologia rimane ora appannaggio di istituzioni private, molto diffuse pare in Inghilterra: non faccio fatica a credere che il fantasma del prozio Harold vaghi ancora nella casa di campagna di qualche blasonata casata di Lord.

Recentemente un ricercatore, il dott. Daryl Bem, ha pubblicato una singolare ricerca nella quale sembrava portare prove empiriche di precognizione, ossia la conoscenza anticipata del futuro. Alcuni volontari sembravano ricordare una lista di elementi PRIMA che questi gli venissero mostrati. Cioè statisticamente indicavano più elementi corretti di quelli che avrebbero dovuto se avessero solo  tirato a indovinare. Peccato che le stesse ricerche siano state ripetute in tre diversi laboratori indipendenti (Richard Wiseman , Università di Hertfordshire, Stuart Ritchie, Università di Edinburgh, e Crhis French, Goldsmiths, Università di Londra) e non abbiano prodotto gli stessi risultati. La scienza è bella perché è sempre possibile verificare pubblicamente un’affermazione: provateci con un dogma o una fatwa se ci riuscite ;).

A discapito degli ultimi sussulti di una disciplina, la parapsicologia, che da più parti viene data per morente, c’è una sua “cugina” molto meglio piazzata accademicamente: la psicologia dell’insolito.

A leggere il programma del corso universitario in questa disciplina presso la Goldsmith University of London in Inghilterra si rimane folgorati (o almeno questo è l’effetto che fa a me). Non si studia, come finora si è fatto senza risultati, la parapsicologia, bensì si studiano le distorsioni (cognitive, emotive e sociali) relative alle esperienze apparentemente paranormali, le caratteristiche di personalità associate con la fede e l’esperienza paranormale, lo sviluppo e il mantenimento di credenze paranormali e affini anche contro l’evidenza, le funzioni delle credenze paranormali, gli stati alterati di coscienza, l’ipnosi, i falsi ricordi, la psicologia dell’inganno e dell’autoinganno, l’effetto placebo, la psicologia della “lettura psichica”, le allucinazioni, la psicologia della superstizione, la psicologia delle coincidenze e molto molto altro!
Confesso che vorrei chiedervi di partecipare a una sottoscrizione per mandarmi a Londra a studiare queste materie. Ma so che siamo in tempi di crisi, che il blog è giovane e che dobbiamo ancora conoscerci bene … però se qualche facoltoso mecenate volesse farmi da sponsor, sappiate che le sorprese mi fanno sempre molto piacere!

La mia ipotesi che l’uomo sia un “animale credulone” diventa sempre più fondata – certo non sono io il primo a porre la questione ma è almeno consolante sapere che si può fare qualcosa: la cura esiste.

2 pensieri su “Parapsicologia della vita quotidiana

  1. La mia ipotesi è che l’uomo sia un animale sempre pronto a discriminare su tutto, anche sulle credenze religiose… come mai si deve sempre cercare di sminuire la natura altrui, mi chiedo io? Perchè l’essere umano vive nell’arroganza di sapere sempre tutto? E intanto, le minoranze pagano, e pagano caro…

  2. Hai ragione! ragioniamo troppo spesso in base all’appartenenza ad un gruppo, piuttosto che in base ai dati di realtà e al dialogo. D’altronde è un risultato ormai acquisito dalla psicologia sociale che siamo”avari cognitivi” cioè per noi pensare criticamente è molto faticoso …

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