Siediti un momento su una sedia comoda nella tua stanza preferita

di Stefano Ventura

Siediti un momento su una sedia comoda nella tua stanza preferita. Lascia le mani sulle ginocchia o mettile poggiate una sull’altra in grembo. Cerca di rimanere dritto con la schiena, ma non rigido. Ora serve un po’ di gentilezza. Lascia che le sensazioni che ti vengono dai piedi, dalle gambe, dal fondo schiena e dal dorso occupino la tua attenzione: così come sono. Il tempo ora non è un problema, è un lusso che puoi finalmente concederti.
C’è una sensazione chiara tra le altre: stai respirando. Inspiri ed espiri, naturalmente. Con il suo ritmo spontaneo, usa il respiro come un cuscino su cui la mente può poggiarsi. Lascia che le sensazioni del corpo che respira, naturalmente, siano il centro della tua consapevolezza.
Con gentilezza, un respiro dopo l’altro.
Osserva se la respirazione è profonda o superficiale, senti come l’aria entra ed esce quasi da sé. Dando attenzione al respiro come faresti con un bambino che gioca tranquillo di fronte a te, la mente si raccoglierà spontaneamente. Ti sentirai sempre più a tuo agio, forse anche soddisfatto e contento.
Lascia che la mente diventi sempre più viva e serena attorno all’esperienza del tuo corpo che respira.
I pensieri o le “distrazioni” non sono un problema: quando ti accorgi che ti sei un po’ perso mentre seguivi il ritmo del respiro, semplicemente ricollegati a quella sensazione. Fallo una, venti o mille volte. Va bene così. Il giudizio e la critica non serviranno a niente. Semplicemente limitati a tornare.

Così facendo stai calmando e concentrando la mente, coltivi un raccoglimento che è una rarità nella vita quotidiana. Di ogni epoca. Perché tranne in pochi momenti, come quando siamo accanto a chi amiamo, contempliamo la natura o l’arte, e per chi è religioso nei momenti di intima preghiera,  è raro riuscire a concederci mezz’ora di semplice presenza silenziosa.

Non solo, con una mente calma e raccolta puoi iniziare a osservare. Cosa?
L’andare e venire dei pensieri, delle emozioni e delle sensazioni: quella parte della nostra vita che scorre sotto il livello di consapevolezza ordinaria. Un fiume silenzioso di cui ci rendiamo conto solo quando provoca una discontinuità – solitamente qualcosa che ci attrae o che vorremmo allontanare. Col tempo potrai osservare come la mente si agiti, per poi velocemente intorpidirsi e agitarsi nuovamente, provi avversione o desiderio per cose minime, giudichi incessantemente qualsiasi cosa, anche le più insignificanti, dubiti e vaghi un po’ confusa. Oppure come si concentri e diventi più salda, provi gioia e soddisfazione, viva una pace chiara e sensibile.
Puoi vedere come tutto, proprio tutto, anche la nostra identità, cambi incessantemente, attimo per attimo, momento dopo momento. Puoi osservare minuziosamente il continuo processo della nostra incessante costruzione.  E qualche volta prenderti una vacanza dalla continua preoccupazione di essere qualcuno, di fare qualcosa o arrivare da qualche parte.

Così facendo la pratica della consapevolezza, o mindfulness,  può darci il dono che i filosofi greci ponevano come massima saggezza: la conoscenza di noi stessi. Non si tratta di una conoscenza “dichiarativa”, cioè di qualcosa che possiamo raccontare a qualcun altro descrivendoci con frasi di questo tipo “io sono fatto così e così”, quanto piuttosto di una conoscenza costruita sull’intimità con noi stessi, sull’accettazione della nostra esperienza diretta  che, attimo dopo attimo, ci fa toccare con mano come tutto scorre via, nasce cresce e finisce, e che emozioni, sentimenti, opinioni e pensieri sono molto meno solidi di quanto avremmo creduto.

La meditazione, intesa così, non ha a che fare con una confessione religiosa. Esistono gruppi di atei e agnostici che la praticano ed uno dei più noti polemisti atei, Sam Harris, medita nella tradizione Dzogchen. Non richiede fede in una divinità, ma la fiducia di poter conoscere ciò che ci accade e di poterlo accogliere. E’ intimamente legata all’etica, ossia all’impegno verso il bene nostro e altrui, perché ci mette in contatto con il fondamento tenero e universale che accomuna tutti gli esseri umani e ogni creatura sensibile, aprendoci alla compassione.

La pratica della minduflness ha radici millenarie in oriente (ad esempio le pratiche meditative buddhiste) e in occidente. Oggi è utilizzata nella psicologia clinica anche come tecnica di gestione dello stress e di prevenzione delle ricadute nella depressione.
I Programmi MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction, ovvero metodo per la riduzione dello stress basato sulla consapevolezza)  di Jon Kabat Zinn è un intervento di medicina comportamentale o mind/body medicine.  Kabat Zinn, sulla scorta della sua esperienza come meditatore, lo introdusse alla fine degli anni ’70 presso l’Università di Worcester (Boston) Massachusetts. Dopo 20 anni, più di 400 ospedali e centri medici negli Stati Uniti lo utilizzano correntemente. Oggi è impiegato nelle cliniche preventive e riabilitative , ha trovato spazio in programmi di intervento nelle carceri e nelle scuole per molti dei disturbi, sia fisici che psicologici, dovuti allo stress.

Il MBCT (Mindfulness Based Cognitive Therapy) è un altro esempio di protocollo di intervento basato sulla consapevolezza. Fu  elaborato dai prof. Zindel V.Segal, Mark G.Williams e John D. Teasdale. Il suo scopo è prevenire la ricaduta nelle crisi depressive e mette insieme il MBSR con elementi della Terapia Cognitiva. Uno dei punti di forza del MBCT è favorire nei partecipanti un’attenzione distaccata e amichevole sul fluire di pensieri, emozioni e sensazioni, piuttosto che sul loro contenuto:  quando ci si rende conto che “i pensieri non sono fatti, ma solo pensieri”, con cui possiamo convivere per il tempo che durano, inizia a rompersi la magia oscura che porta le persone verso al depressione.
Entrambi questi protocolli possiedono una solida base di evidenze statistiche della loro efficacia (provate a fare qualche ricerca su PubMed).

Sembra quindi che “Meditate, gente, meditate!” sia un ottimo consiglio.

P.S. La pratica della consapevolezza è un mio interesse personale e professionale da anni. Organizzo da anni un gruppo stabile di meditazione di consapevolezza a Roma, quindi se vuoi provare contattami!

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